Le Varietà
L’ ambiente pedo-climatico dell’Umbria, pur non essendo ottimale ai fini quantitativi della produzione dell’olivo, favorisce l’ottenimento di oli di particolare pregio. Le escursioni termiche, che si registrano in settembre e ottobre, stimolano le piante alla difesa dallo stress subito, portandole ad accumulare sostanze fenoliche in grado di proteggere dal degrado l’olio nelle cellule della polpa. I Fenoli sono i componenti minori responsabili della caratterizzazione nutrizionale e sensoriale dell’olio. Grazie a loro riusciamo a distinguere organoletticamente le famose e apprezzate note amare e piccanti tipiche dell’olio umbro.
La presenza di particolari varietà rende questa tipicità ancora più marcata ed evidente.
Il patrimonio varietale infatti interagisce soprattutto con il clima, con un risultato di massima qualità organolettica, favorendo l’adattamento dell’olivo anche in zone non particolarmente vocate, dove la cultivar trova condizioni pedologiche e climatiche ottimali ai fini per lo più qualitativi.
Tra le varietà la più conosciuta e apprezzata è sicuramente il “Moraiolo“. Di sviluppo contenuto, è stata da sempre quella che si è adattata meglio nei terreni rocciosi e dal ridotto profilo. Ha un frutto piccolo e una maturazione tardiva e scalare, con una forte resistenza al distacco. È proprio questa sua rusticità il movente che ha portato la varietà ad essere usata in luoghi dove non esiste alternativa colturale e varietale, in grado di resistere nei secoli a protezione di luoghi in cui la magia del paesaggio ha reso straordinaria bellezza all’Umbria.
Ce n’é una di varietà che tra tutte forse è stata di antica importazione e a distanza di secoli può oggi essere ritenuta finalmente umbra. È la “San Felice“, varietà presente nei territori di Giano e Montefalco, che si ritiene portata dai frati dell’Abbazia di San Felice, a ridosso della quale possiamo trovare i più vecchi esemplari. Buone caratteristiche agronomiche e qualitative dell’olio la rendono adatta anche alla costituzione di nuovi impianti meccanizzabili.
Vi è poi un gruppo di varietà interessanti per l’attitudine alla resistenza al freddo. Prima fra tutte la “Nostrale di Rigali“, che troviamo soprattutto in prossimità del monte Pennino, nel comune di Rigali, a ridosso dell’Appennino Umbro-Marchigiano.
Se attraversiamo l’alta valle del Tevere troviamo invece la “Borsciona“, la “Morcona” e la “Limona“, che regnano e vegetano sovrane in un areale non proprio vocato dove la selezione è stata fatta soprattutto in funzione delle basse temperature. È tra queste varietà che troviamo i flavours più particolari che l’Umbria dell’olio forse può offrire.

Affacciandoci sul Lago Trasimeno, a delineare il pittoresco paesaggio è la principessa delle varietà: la “Dolce Agogia“. A ricordare con il suo nome proprio una “dolce goccia” di olio, dalle note aromatiche delicate e definite dai leggeri profumi mediterranei. Voluminosi tronchi scavati dalle carie hanno sfidato nel tempo le più storiche gelate.
Se viaggiamo verso il comprensorio amerino incontriamo un gigante buono e resistente come il “Raio“. Fermo li da secoli contro mille intemperie.
Un po’ ovunque, a complemento di queste, troviamo poi le classiche varietà dell’Italia centrale. Produttive, vigorose, quanto adatte all’ambiente come il “Frantoio“, il “Leccino” e l’immancabile “Pendolino“, quest’ultimo a garanzia di un’impollinazione incrociata finalizzata ad aumentare la produzione di tutte le piante tra loro compatibili.